Ramses II, Tombe, XIX Dinastia

LA TOMBA DI RAMSES II

Di Patrizia Burlini

La KV7 è una delle tombe più grandi della Valle dei Re (868 m2). É stata fortemente danneggiata nell’antichità da almeno 10 alluvioni che hanno causato l’ammassamento di detriti e il distacco delle decorazioni parietali.

Come noto, il corpo di Ramses fu traslato nella XXI dinastia prima nella KV17 e poi nella DB320 di Deir-el-Bahari, dove fu trovato nel 1881.

A questo link è possibile vedere la tomba nello stato attuale:

https://mused.org/…/tomb-of-ramesses-ii-kings-valley…

Benché la tomba sia fortemente danneggiata, sono sopravvissuti dei rilievi che lasciano percepire quanto questa tomba dovesse essere magnifica.

Le foto allegate, provenienti dal sito di The Theban mapping project, ci permettono di stupirci ancora oggi di fronte alla grandezza di un faraone che ha oltrepassato la storia.

Piante di papiro rappresentanti il Basso Egitto (sotto la figura alata di Ma’at)

Papyrus plants representing Lower Egypt [under winged Ma’at figure].
Image # 10053
DIRECTION OF VIEW: Northeast
PHOTOGRAPHER/ARTIST: Francis Dzikowski
IMAGE TAKEN ON: June 1997
Ma’at alata sopra le piante di loto dell’Alto Egitto

Winged Ma’at above lotus plants of Upper Egypt.
Image # 10050
DIRECTION OF VIEW: Southwest
PHOTOGRAPHER/ARTIST: Francis Dzikowski
IMAGE TAKEN ON: June 1997
Ma’at alata sopra le piante di papiro del Basso Egitto

Winged Ma’at above papyrus plants of Lower Egypt.
Image # 10052
DIRECTION OF VIEW: Northeast
PHOTOGRAPHER/ARTIST: Francis Dzikowski
IMAGE TAKEN ON: June 1997
Ramses II saluta Hathor

Rameses II greeting [Hathor].
Image # 10055
DIRECTION OF VIEW: Southwest
PHOTOGRAPHER/ARTIST: Francis Dzikowski
IMAGE TAKEN ON: June 1997
Quinta ora dell’Amduat (dettaglio)

Imydwat, fifth hour (detail).
Image # 10054
DIRECTION OF VIEW: Southwest
PHOTOGRAPHER/ARTIST: Francis Dzikowski
IMAGE TAKEN ON: June 1997
Ramses II tiene la mano di Hathor (dettaglio)

Rameses II with Hathor: holding hands (detail).
Image # 10063
DIRECTION OF VIEW: Southwest
PHOTOGRAPHER/ARTIST: Francis Dzikowski
IMAGE TAKEN ON: June 1997

Fonte immagini:

https://thebanmappingproject.com/tombs/kv-07-rameses-ii

Didascalie: The Theban mapping project

Mai cosa simile fu fatta, Tombe

LA TOMBA DI RAMOSE

Di Grazia Musso

Ramose fu governatore di Tebe e visir alla corte di Amenhotep IV – Akhenaton.

Iniziò lo scavo della sua tomba a Tebe Ovest ( TT 55), oggi è una delle maggiori attrazioni della necropoli di Sheikh El Gurnah, poiché possiede dei rilievi che sono considerati i più belli dell’Egitto.

Due invitati di Ramose vivono eternamente negli splendidi ritratti che l’artista ha realizzato :entrambi gli ospiti indossano una parrucca con fini trecce e tengono un mazzo di fiori.
Sala ipostila parete di dud-est, lato sud

La tomba è incompiuta, i lavori furono abbandonati quando Akhenaton si trasferì ad Amarna.

Solo il cortile e la grande sala colonnato della tomba sono decorate, l’impatto è stupefacente: le pareti accanto all’ingresso e a sinistra mostrano la perfezione dello stile raffinato dell’epoca di Amenhotep III, nelle scene successive si assiste alla trasformazione: c’è un Amenhotep IV reso perfettamente secondo i canoni tradizionali, il nuovo stile irrompe ed è chiaro che il sovrano ha già diffuso le sue regole artistiche, che rompono ogni tradizione, le raffigurazioni della tomba tebana sono molto interessanti perché documentano il cambiamento stilistico dell’arte amarniana.

Vi sono scene di fattura “classica” e altre che mostrano i modi innovativi dell’arte amarniana.

Le raffigurazioni si trovano nella grande sala ipostila, sostenuta da quattro file di otto colonne ricavate dallo scavo della roccia.

La parete sud è decorata dai magnifici rilievi: eleganti, raffinati e dettagliati che ne fanno una delle vette più alte dell’arte egizia.

Lo stile è quello della fine del regno di Amenhotep III; I soggetti vanno dalle offerte agli dei alle scene di festa.

L’effetto del bianchissimo Calcare, in cui risaltano gli occhi delineati in nero la morbidezza del rilievo bassissimo e l’incresparsi della superficie nella res delle eleganti acconciature non può essere superato dalla. più ricercata pittura

La parete ovest non è in rilievo ma dipinta a vivaci colori perfettamente conservati che rappresentano raffigurazioni del funerale con prefiche e trasporto del corredo funerario.

Nell’antico Egitto le prefiche non mancavano in nessun funerale
Le donne piangente contrastano e si armonizzano con la lenta solennità della processione.

Raffigurazione del corteo funerario

Sulla parete nord si trovano delle scene che sono già nel primo stile amarniano: in particolare una scena che rappresenta la consegna dell’oro della ricompensa in cui alla finestra del palazzo la regina Nefertiti è in piedi e il sovrano si sporge per consegnare l’onorificenza al visir.

Sulla parete destra i rilievi non sono realizzati, è visibile il disegno, in nero contornato per la preparazione della scultura: vi si osservano gli emissari delle terre straniere che si in chinano al defunto e le offerte in presenza di ufficiali.

Una seconda sala ipostila è in cattivo stato e introduce alla nicchia di fondo.

Una lunga galleria sulla sinistra della prima sala ipostila, porta alla sala funeraria con annesse le piccole sale per la deposizione delle offerte funerarie, il tutto privo di decorazioni.

Fra le raffigurazioni della tomba di Ramose si trovano quelle del faraone Amenhotep IV/Akhenaton che riceve l’omaggio dei popoli stranieri e dei cortigiani. Qui vediamo questi ultimi che si in chinano.
Sono tratteggiate da una linea scura in rilievo: si tratta del lavoro preparatorio dopo il disegno iniziale e precedente alla lavorazione in basso rilievo. Sala ipostila, parete nord.

Fonte

Antico Egitto di Maurizio Damiano – Electra

Nefertiti, Tombe, XVIII Dinastia

DOV’E’ SEPOLTA NEFERTITI

La teoria di Nicholas Reeves e le indagini sulla KV62.

Di Patrizia Burlini

Come sappiamo, le teorie sulla fine e identificazione della mummia di Nefertiti si sprecano, come ha già scritto Grazia Musso e altri nel gruppo.

Tra le teorie proposte negli ultimi anni, ha suscitato particolare scalpore nel mondo accademico e presso il grande pubblico, la teoria dell’egittologo inglese Nicholas Reeves.

A seguito dell’attento studio delle scansioni 3D ad alta risoluzione effettuate dall’organizzazione madrilena Factum Arte all’interno della tomba di Tutankhamon (KV62), per creare una replica della tomba, Reeves nota varie anomalie.

1- i muri Nord e Ovest della tomba mostrano delle irregolarità compatibili con i segni di due porte murate che indicano la possibile presenza di altre stanze retrostanti

2- la tomba è troppo piccola per essere la tomba di un faraone: ciò fa pensare che si tratti solo di una parte una sepoltura di dimensioni maggiori

3- la KV62, nelle sue dimensioni originali e maggiori, sarebbe stata costruita per una regina e una decina d’anni prima della morte di Tutankhamon, sarebbe stata utilizzata per Nefertiti/Smenkhara.

I rilievi geologici

  • Nel 2015 l’Egyptian Ministry of Antiquities autorizza l’esecuzione della scansione dei muro con un georadar (GPR) da parte del giapponese Hirokatsu Watanabe, che sembra confermare l’ipotesi di Reeves e la presenza di ambienti dietro i muri della tomba. La stampa comincia a parlare della possibile più grande scoperta del secolo.
  • Nel 2016 una seconda scansione effettuata dal team del geofisico americano Dean Goodman, per conto della National Geographic esclude tale ipotesi.
  • A febbraio del 2018 si procede quindi ad una terza analisi, da parte del Politecnico di Torino, con l’équipe diretta dal dr. Francesco Porcelli. Al Politecnico di Torino viene inoltre affidato l’incarico di mappare tutta la Valle dei Re. A febbraio e maggio 2017 viene effettuata una ricerca tramite la tomografia di resistività elettrica (ERT), detto molto banalmente, degli elettrodi posati sul terreno che consentono la ricostruzione di modelli 3D, nell’area vicino alla tomba di Tutankhamon.Le immagini ERT mostrano due anomalie di resistività situate sotto terra a pochi metri dalla tomba di Tutankhamon. Tuttavia i dati ERT non restituiscono prove di un corridoio o spazi vuoti che colleghino queste cavità con la tomba di Tutankhamon. Un’altra anomalia, che sembra però avere origini antropiche, è stata invece localizzata nel piazzale di fronte all’ingresso della tomba di Tut. La scansione dei muri all’interno della tomba effettuata dall’équipe italiana nel 2018, non rileva tuttavia alcuna presenza di stanze ulteriori dietro i muri e di irregolarità.
  • La storia non finisce qui, perché nel 2019 viene effettuata una nuova indagine dal team diretto da Mamdouh Eldamaty, ex Ministro delle Antichità, che rivelerebbe la presenza di un’anomalia alta due metri e lunga almeno 10, L’interpretazione dell’anomalia corrisponderebbe ad un corridoio nascosto a pochi metri dalla camera funeraria del giovane faraone. A nord della KV62 non sono stati però raccolti dati sufficienti, a causa della presenza dei motori di aerazione della tomba, che possano permettere di affermare che ci possa essere un collegamento tra il corridoio e le anomalie individuate dal team italiano.

Le ipotesi di Reeves

Si stima che almeno l’80% del corredo funerario di Tutankhamon sia frutto di riutilizzo. Si ritiene infatti che sia stato creato per altri sovrani e poi riutilizzato nella sepoltura del giovane re. Una piccola parte del corredo sarebbe stata realizzata per Akhenaton e la maggior parte per il probabile correggente di Akhenaton, la misteriosa Ankhkheperure Neferneferuaten il cui nome è presente in vari cartigli (Reeves sostiene l’ipotesi del faraone donna grazie agli epiteti che completano il nome, cioè « amata da Wanre », « lei che è benefica per suo marito » ecc).

Secondo Reeves, Ankhkheperure Neferneferuaten altri non sarebbe che Nefertiti, elevata a correggente dopo l’anno 16 di regno di Akhenaton.

Dopo la morte di Akhenaton, Nefertiti avrebbe modificato il suo nome di correggente nel suo nuovo nome di faraone Ankhkheperure Smenkhkare-djeserkheperu.

Nelle foto che accompagnano il post si vedono le aree dei muri della tomba che presenterebbero le tracce di porte murate.

La tomba presenterebbe una forma monca rispetto ad altre tombe coeve. Le stanze mancanti sarebbero compatibili con le tracce sui muri. Inoltre, la forma delle tomba a L con orientamento a destra, piuttosto che a sinistra, é tipica delle tombe delle regine del periodo. Si tratterebbe quindi di una tomba all’interno di un’altra tomba (come ad esempio la KV14).

In aggiunta a ciò, la parete Nord mostra tratti ed esecuzione diverse dalle altre pareti, e ciò ne proverebbe la realizzazione in tempi antecedenti alle pareti est, ovest e sud.

Perché Reeves ipotizza che la tomba fosse destinata a Nefertiti?

Innanzitutto Reeves rileva delle somiglianze stilistiche tra i ritratti di Tutankhamon sui muri della camera sepolcrale e alcuni ritratti di Nefertiti. Inoltre, il differente e già citato stile della parete nord, mostra la griglia delle proporzioni a 20 quadrati tipica dello stile di Amarna, anziché la griglia a 18 quadrati delle altre pareti. Nella parete nord è presente inoltre il colore giallo che, a differenza delle altre pareti, risulterebbe applicato sopra il colore bianco di fondo e sopra a precedenti iscrizioni.

Il ritratto di Tutankhamon sarebbe in realtà Nefertiti (Reeves nota la somiglianza con altri ritratti di Nefertiti ed in particolare i segni ai lati della bocca e le gambe corte, queste ultime tipiche delle rappresentazioni femminili del periodo di Amarna). Il sacerdote Sem, abitualmente identificato con Ay, raffigura però un uomo giovane e presenta il doppio mento presente nei ritratti tridimensionali di Tutankhamon. Si tratterebbe quindi di una scena in cui Tutankhamon, successore al trono, pratica il rito dell’apertura della bocca su Nefertiti/Smenkhara, faraone defunto. Un geroglifico sovrascritto con la descrizione della scena indicherebbe che questa è la scena dell’apertura della bocca EFFETTUATA DA Tutankhamon e non DI Tutankhamon.

Reeves inoltre condivide la tesi dell’egittologo Hardwick che nota i resti di un precedente geroglifico nel cartiglio con il nome di Ay, sovrascritto al nome di Tutankhamon, che sarebbe quindi il sacerdote Sem. Neferneferuaten, lei che è benefica per il suo sposo, successore di Akhenaton, sarebbe Nefertiti .

Che Nefertiti ricoprisse una posizione di grande potere a corte è testimoniato ampiamente, non solo dai titoli ma anche dalle rappresentazioni iconografiche (Nefertiti che uccide i nemici, Nefertiti con le corone riservate al faraone ecc).

Nefertiti- Ankhetkheperure Neferneferuaten (co-reggente) è un passaggio intermedio., secondo Reeves, che porterà a Nefertiti – Ankhetkheperure Smenkhare-Djeserkheperu) faraone unico.

Cliccando sui link qui sotto, potrete vedere i filmati creati da Peter Gremse che spiegano visivamente e in breve la teoria di Reeves nella tomba di Tutankhamon.

Video 1:

https://youtu.be/LrNLFYTRrhw

Video 2:

https://youtu.be/DXpiZUno0kc

Bibliografia:

Antico Regno, Mai cosa simile fu fatta, Tombe

LA PREZIOSA TOMBA DI ITI E NEFERU

Di Franca Loi

Museo Egizio di Torino: la reinterpretazione spaziale e ambientale della tomba di Iti e Neferu (Migliore+Servetto)

La grande tomba di Iti e neferum, a Gebelein, appartiene alla fase di transizione verso il Medio Regno. Le pitture, asportate dal supporto originale agli inizi del Novecento, oggi si trovano al Museo Egizio di Torino. Le scene sono calate nella loro realtà effettiva, descritte con naturalezza e semplicità, disposte in registri ordinati in una cornice che separa i vari temi.

Nell’attuale ricostruzione, le splendide pitture sono collocate su pilastri intervallati da una vista del fiume, cosa che dà la sensazione di trovarsi proprio nella tomba.

“È una tomba semi rupestre in una corte scavata nella roccia, con 16 pilastri che delimitavano un corridoio sul cui lato interno si apriva una serie di cappelle…… studiando gli archivi fotografici e l’archivio storico del museo di Torino sono riusciti a ricostruire la contestualizzazione archeologica e quindi innanzitutto lo sviluppo della tomba; dal primo pilastro alla fine della tomba ci sono 29 metri che sono stati riproposti nell’allestimento del Museo. Camminare in questo corridoio è come se camminassimo dentro lo spazio della tomba”. Nell’attuale ricostruzione, infatti, le splendide pitture sono collocate su pilastri intervallati da una vista sul Nilo: la sensazione è di trovarsi proprio nella tomba.

Ernesto Schiaparelli
Roma, Archivio A.N.S.M.I.

Studiando poi l’archivio fotografico del Museo Egizio del Cairo si è potuto risalire alle preziose e rare immagini della tomba realizzate nel 1911 da Virginio Rosa, collaboratore di Ernesto Schiaparelli che in quell’anno seguiva gli scavi della MAI, nei siti di Gebelein e Assiut.

GALLERIA DI IMMAGINI

Tomba di Iti e Neferu, scoperta a Gebelein.
Si tratta di due personaggi benestanti, il tesoriere del re e sua moglie, e le pitture disposte alle pareti mostrano scene di vita quotidiana, dalla caccia al raccolto.

Tomba di Iti e Neferu, scoperta a Gebelein.
Si tratta di due personaggi benestanti, il tesoriere del re e sua moglie, e le pitture disposte alle pareti mostrano scene di vita quotidiana, dalla caccia al raccolto. Altro dettaglio molto interessante è la rappresentazione del sacco sulla schiena dell’asino. L’artista, utilizzando la tipica rappresentazione laterale, mostra il lato nascosto del sacco ponendolo in verticale.

Fonte:

Christian Greco, Direttore del Museo Egizio di Torino

Archivio fotografico del Museo Egizio del Cairo: tomba di Iti e Neferu

Mai cosa simile fu fatta, Tombe

LA TOMBA DEL SACERDOTE WAHTY

SAQQARA – V DINASTIA

Di Franca Loi

Ingresso della tomba di Wahty, sacerdote di alto rango della V dinastia.
Saqqara

Wahty era un sacerdote-uab, “ispettore della barca sacra” e “ispettore del tempio funerario” di Neferirkara-Kakai ( 2475-2465 a.C).

La tomba è composta da una grande camera rettangolare e cinque pozzi funerari ancora da scavare; ci sono due false porte dedicate al culto del defunto e di sua madre. La tomba è molto ben conservata, infatti presenta splendide decorazioni parietali, rilievi dai colori vivi che rappresentano scene di vita quotidiana tipiche delle sepolture dell’Antico Regno: scene di agricoltura, allevamento , macellazione, pesca, caccia, produzione di pane, birra e vino, realizzazioni di vasi, statue e offerte religiose.

Numerose nicchie, con statue in rilievo, raffigurano il defunto il ed i suoi parenti più stretti: la moglie Weret Path, la madre Merit Meen e i figli.

Fonte:

  • Mediterraneo Antico
  • Djed Medu
Tombe

LA TOMBA DI HERKHUF

Principe di Elefantina

Di Francesco Alba

Qubbet el-Hawa, Aswan (QH34n)

Situata nei pressi di Qubbet el-Hawa, di fronte ad Aswan, la tomba del principe Herkhuf, nomarca di Elefantina, risale agli ultimi tempi dell’Antico Regno (Sesta Dinastia).

Le formule funerarie incluse nei testi contenuti in essa esprimono il desiderio che il defunto possa avviarsi in pace lungo i sentieri sacri del Regno d’Occidente, quelli attraverso i quali passano gli spiriti riveriti, per potere infine ascendere al Regno Celeste, come un essere venerato. In tal senso Herkhuf afferma che nella sua vita terrena ha conformato le sue azioni alla Regola della Ma’at:

«Io sono un uomo capace, amato da suo padre, elogiato da sua madre e amato da ogni suo fratello. Ho dato il pane all’affamato, rivestito gli ignudi, ho traghettato colui che non possedeva una barca. . .

Io sono uno che dice il bene e ripete ciò che ama. Non ho mai riferito qualcosa di malvagio ad un superiore in modo tale che questi agisse contro qualcuno, poiché io desidero che il mio nome sia perfetto di fronte al grande Dio. Non ho mai giudicato due (parti) in modo tale che un figlio fosse privato dell’eredità di suo padre»

Ma le iscrizioni più interessanti riportate sulle pareti della tomba sono quelle che trasmettono informazioni suggestive sulle spedizioni che questo importante personaggio compì nelle terre di Yam, a sud dell’Egitto, da dove tornò con prodotti esotici e con un pigmeo catturato in quei luoghi, che avrebbe destato l’interesse entusiastico del giovanissimo Pepi II (2246-2152 a.C.), successore di Merenra:

«Hai detto […] che hai portato un pigmeo (deneg nel testo originale) dalla terra degli Abitanti dell’Orizzonte a est […]. Hai detto alla mia Persona che mai ne è stato riportato uno simile da nessun altro che abbia prima percorso Iam […]. Vieni dunque in barca alla Residenza (la reggia del faraone a Menfi), immediatamente. Lascia gli altri e porta con te questo pigmeo, che tu riporti dalla terra degli Abitanti dell’Orizzonte, vivo, sano e salvo, per le danze del dio e per rallegrare il cuore del Re dell’Alto e del Basso Egitto…».

È un passo della missiva che Pepi II fece pervenire ad Harkhuf, in risposta a un messaggio in cui questi annunciava il suo imminente ritorno con merci di grande valore e, appunto, con un pigmeo.

La tomba di Herkhuf presso Qubbet el-Hawa

Veniamo così a sapere che il principe di Elefantina, dopo aver raggiunto, per ordine del suo faraone, la mitica terra di Iam e attraversato uno dei più ostili deserti d’Egitto, stava navigando il Nilo per raggiungere Pepi II nella capitale Menfi. Le merci che Harkhuf portava in Egitto erano certamente tra le più richieste a corte:

«Io discesi con trecento asini carichi d’incenso, ebano, balsamo, cassia, pelli di leopardo, zanne di elefante, bastoni da getto, tutte cose belle e di valore»

Ma a Pepi II interessava la sicurezza del pigmeo. Infatti così prosegue la lettera del faraone:

«Se egli (il pigmeo) è con te sulla nave, disponi degli uomini capaci, che stiano attorno a lui ai due fianchi della nave per evitare che cada in acqua. Se dorme la notte, metti degli uomini a dormire intorno a lui nella sua cabina. Fa’ un controllo dieci volte per notte. La mia Persona desidera vedere questo pigmeo più di tutti i prodotti della terra di Punt…».

Si ritiene che Pepi II abbia governato l’Egitto per novantaquattro anni, ma quando egli dettò questa missiva forse ne aveva soltanto nove o dieci. Dalle sue parole traspare infatti l’entusiasmo di un bambino per un dono così raro e straordinario.

Herkhuf. . . in caratteri geroglifici (riferimento: Gardiner’s Sign List)

il viso d’uomo (D2) = hr (rafforzato da: la matassa di lino (V28) = h, la bocca (D21) = r ;

La placenta (Aa1) = kh ;

Il pulcino di quaglia (G43) = w ;

La vipera cornuta (I9) = f.

Hr kh w f = Herkhuf

Riferimenti

Robledo Casanova – El Juicio de los Muertos en el antiguo Egipto Egiptología 2.0. N°15 – Abril 2019

https://www.archeologiaviva.it/3695/harkhuf-e-il-pigmeo-del-faraone/

https://123dok.org/article/l-autobiografia-di-harkhuf-iscrizioni-da-qubbet-hawa.7q0386vq

Antico Regno, Luce tra le ombre, Tombe

LA TOMBA DI NEFER, KAHAY E MERITITES

A cura di Ivo Prezioso

La tomba di Kahai, sua moglie Meretites, il figlio Nefer e altri membri della famiglia, particolarmente bella e ben conservata, risale alla V dinastia, fu scoperta nel 1966 ed è databile ai primi anni di regno di Niuserra (2445-2421 a.C. circa).

E’ ubicata nei pressi del muro di cinta sud del complesso piramidale di Djoser a Saqqara.

Fonte di testi e immagini: Karol Myśliwiec, Tombe della V e VI Dinastia a Saqqara, pp.312-313-314-315. Dal Volume “I Tesori delle Piramidi” a cura di Zahi Hawass.

Amarna, Tombe, XVIII Dinastia

LA TOMBA KV55

Di Andrea Petta

LA STORIA DELLA TOMBA

La KV55 è una tomba nella Valle dei Re in Egitto, scoperta da Edward Ayrton nel 1907 mentre lavorava nella Valle per Theodore Davis. Presumibilmente era in antichità un deposito per i materiali usati nella preparazione delle tombe oppure una tomba incompiuta risalente alla fine della XVIII Dinastia. Probabilmente conteneva diverse mummie reali, ed altrettanto probabilmente fu riaperta durante la XX Dinastia e diversi sarcofagi trasportati altrove (forse nella KV35).

L’interno della KV55 al momento della scoperta: a sinistra i resti del sacrario di Tiye, verso la parete il sarcofago aperto e nella nicchia i vasi canopi

È una tomba relativamente piccola, incompleta, intonacata ma non decorata, a camera singola, la cui lunghezza totale misura solo 27,61 metri. La pianta, immaginando uno sviluppo che non è mai stato completato, sarebbe probabilmente stata molto simile alla KV62 di Tutankhamon che si trova praticamente di fronte.

La pianta della KV55; sono evidenti le somiglianze con la pianta della KV62 di Tutankhamon, anche se questa è rimasta incompleta

IL CONTENUTO

Nella tomba sono stati ritrovati:

  • Parti di un sacrario smantellato e dorato con un testo “realizzato da (Akhenaton) per sua madre Tiye”. IL SACRARIO NEL DETTAGLIO QUI
  • Una bara, contenente una mummia in avanzato stato di decomposizione, appoggiata sui resti decomposti di un catafalco a testa di leone. Il cranio (leggermente idrocefalo) danneggiato era stato separato dal corpo ed è stato trovato avvolto in un pettorale a forma di avvoltoio (Davis lo scambiò per una corona). Il braccio sinistro del corpo era incrociato sul petto, il braccio destro esteso, in posizione tipica delle mummie di sesso femminile dell’epoca. Nella nicchia sopra la bara è stata trovata una serie di quattro vasi canopi e sul pavimento quattro “mattoni magici”. La bara era stata danneggiata già nell’antichità; la maschera d’ora strappata quasi completamente, i cartigli scalpellati.
  • Una serie di oggetti, alcuni dei quali forse collegati al rito dell’apertura della bocca, diversi oggetti con il nome della Regina Tiye e di Amenofi III, e diverse impronte di sigilli con il prenomen di Tutankhamon.

Il sarcofago così come si presentò agli scopritori e la damnatio memoriae del nome

Il pettorale che avvolgeva il teschio

Davis e tutto il gruppo fecero un lavoro molto approssimativo; descrizione e catalogazione dei pezzi furono molto carenti, se non inesistenti. Alcune fasce d’oro della mummia furono trafugate nel laboratorio di Elliot Smith e mai più ritrovate.

Il pettorale trovato sulla salma

Sulla base delle iscrizioni sul sacrario e su un esame delle ossa pelviche alquanto improvvisato, Davis pensò di aver trovato la mummia di Tiye (e pubblicò un quanto mai intempestivo volume, “The tomb of Queen Tiyi” nel 1907), ma fu quasi subito smentito dall’analisi anatomica dei resti da parte di Elliot Smith che identificò un corpo maschile. Georges Daressy dedusse inoltre nel 1916 che la bara dorata trovata nella tomba fosse comunque originariamente fatta per una donna e solo successivamente adattata per ospitare un re. Sono state proposte negli anni Tiye, Nefertiti, Meketaten e Meritaten ma l’opinione corrente più accettata è che la bara fosse originariamente destinata alla moglie secondaria di Akhenaton, Kiya. Si pensa anche che i quattro vasi canopi appartenessero a Kiya, e che le teste femminili sui coperchi dei vasi la ritraggano. Come la bara, i canopi furono modificati per la sepoltura di un re attraverso la cancellazione del titolo di Kiya e l’aggiunta di un ureo reale a ciascuna testa del ritratto.

Il sarcofago si trova attualmente al Museo Egizio; prima del trasferimento al nuovo Museo era stato collocato dal 2010 nella sala dedicata ad Akhenaton da Zahi Hawass

Due dei mattoni magici riportano il nome di Neferkheperure Waenre, il prenomen di Akhenaton, mentre gli altri due avevano iscrizioni in ieratico e sono molto più danneggiati (sostituiti nell’antichità?). Tre dei quattro mattoni erano correttamente allineati con la bara, suggerendo che la mummia fosse di Akhenaton.

Disegno originale di Davis di uno dei pannelli del sacrario, in stile tipicamente amarniano

L’esame anatomico effettuato da Eliot Smith nel 1908 indicò l’età alla morte compresa tra 20 e 25 anni, ma visti gli indizi che correlavano il corpo ad Akhenaton corresse il tiro sottolineando che il cranio idrocefalo fosse un indizio di malformazioni che avrebbero sottostimato l’età (ed aprendo la via a tutte le speculazioni che vedremo nella seconda parte). Ricordiamoci che Elliot Smith fu coinvolto nella colossale truffa dell’Uomo di Piltdown, il più famoso falso nella storia dell’antropologia…

Una curiosità: data la sua vicinanza. la KV55 fu usata da Burton come camera oscura per sviluppare le sue foto della tomba di Tutankhamon

CACCIA AL NOME

Come abbiamo visto, dopo i dubbi iniziali sul sesso causati da Davis stesso, l’esame del corpo da parte di Smith nel 1908 chiarì che si trattava di un corpo maschile, ma le evidenze sull’età al momento della morte vennero stiracchiate per comprendere la fascia di età di quella presunta alla morte di Akhenaton.

Pur con qualche dubbio, l’attribuzione ad Akhenaton resistette fino agli anni ’60. Nel 1963 furono ripetuti gli esami anatomici dal Prof. Harrison di Liverpool e questi stabilì l’età alla morte intorno ai 20 anni, escludendo quindi Akhenaton (morto intorno ai 35 anni) dalla lista dei “pretendenti” e rendendo molto più probabile l’identità di Smenkhare, effimero Faraone o Reggente alla fine del regno di Akhenaton. Dopo questa pubblicazione, nel 1966, Cyril Aldred sposa questa tesi dopo essere stato uno dei più convinti sostenitori di Akhenaton.

Nel frattempo era stata scoperta la tomba di Tutankhamon e cominciarono i raffronti tra le due mummie. Si vide che entrambi condividevano lo stesso gruppo sanguigno e un antigene sierico, suggerendo una stretta parentela tra di loro. Il confronto tra i due crani non ha invece dato risultati definitivi.

Zahi Hawass faccia a faccia con l’occupante della KV55

Dopo vari decenni di “lotta” tra l’attribuzione ad Akhenaton e quella a Smenkhare, nel 2010 Zahi Hawass decide di tirare una “bomba” archeologica e pubblica un’analisi genetica di diverse mummie della XVIII Dinastia utilizzando le moderne tecnologie di genetica molecolare per ricostruire l’albero genealogico della Dinastia.

Secondo Hawass, KV55 (CG61075) sarebbe il padre di Tutankhamon, mentre le due mummie della tomba KV35 (di cui magari si può fare un approfondimento) sarebbero la mamma (KV35YL, “Young Lady”) e la nonna (KV35EL “Elder Lady”) dello stesso Tutankhamon. KV35EL sarebbe inoltre Tiye. Data la discrepanza delle età (KV55 avrebbe avuto Tutankhamon quando aveva 2 o 3 anni secondo la stima di Harrison), Hawass determina l’età di KV55 “tra i 35 ed i 45 anni” sulla base della tomografia computerizzata ed attribuisce KV55 come Akhenaton. Ne è talmente convinto che sposta il sarcofago al Museo Egizio nella sala dedicata ad Akhenaton.

Scansione CT del cranio trovato nella KV55 (sopra) e quello di Tutankhamon (sotto)

Il lavoro fu immediatamente contestato; in particolare fu contestata l’attendibilità di campioni di DNA di 3300 anni e la mancanza di controlli adeguati (Lorenzen, 2010) e l’incongruenza con l’analisi di Harrison (Baker, 2010).

Inoltre, nella sua caccia al nome famoso (aveva già trovato Nefertiti nella KV35YL…), in un certo senso Hawass si crea un problema da solo, perché nello stesso lavoro attribuisce i due feti trovati nella tomba di Tutankhamon (ed universalmente attribuiti ad Ankhesenamon, figlia accertata di Akhenaton e Nefertiti) come figli della mummia KV21a. Quindi KV21a sarebbe Ankhesenamon ma…dalla stessa analisi KV21a NON è figlia di KV55, rendendo l’identificazione di Akhenaton improponibile. Da notare che nello stesso lavoro KV21a (Ankhesenamon) avrebbe una correlazione solo parziale con gli altri membri della famiglia.

La genealogia proposta da Hawass nel suo lavoro. Come si vede manca (volutamente) il legame KV21a/Akhenaton

D’altra parte, da questo lavoro KV55 risulterebbe diretto discendente delle mummie KV35EL (con ogni probabilità Tiye) e della mummia CG61074 (comunemente identificata come Amenofi III) e non ci sono evidenze conclusive che Smenkhare sia figlio di Amenofi III e Tiye.Il quadro è perciò molto confuso; basti ricordare che per la KV35YL, proposta come madre di Tutankhamon, solo nell’ultimo decennio sono state proposte: Nefertiti (iscrizioni e somiglianza fisica), Kiya (analisi genetica), Merytaton (analisi genetica), Satamun (figlia maggiore di Amenofi III e Tiye), Baketaton e Nebetiah (sorelle putative di Akhenaton).

RIASSUMENDO…

L’evidenza anatomica colloca KV55 come un giovane uomo, presumibilmente morto intorno ai 20 anni (range:18-23) ad Amarna e trasportato successivamente a Tebe, dove sarebbe stato sepolto nella KV 55 insieme a Tiye e ad altri membri della Casa Reale. L’identikit farebbe pensare a Smenkhare, ma molti punti sono ancora oscuri:

  • Perché ci sono i mattoni magici relativi ad Akhenaton nella tomba?
  • Perché sarebbe stato messo nella KV55 insieme a Tiye, forse alla KV35YL e forse a Kiya?
  • Perché Tiye sarebbe stata rimossa dalla KV55 durante la XX Dinastia, lasciando le parti del sacrario all’interno? Sarebbe stato logico trasportare anche quello o quanto meno riutilizzare l’oro della copertura
  • Di chi sono gli organi dentro i vasi canopi di Kiya? Non è mai stata fatta un’analisi genetica di quei resti
  • Come conciliare i dati dell’analisi genetica con quelli anatomici?

UN’IMMAGINE POSSIBILE

Alla fine del periodo di Akhetaton, sono morti ad Amarna Akhenaton, almeno tre figlie di Akhenaton e Nefertiti, Tiye, probabilmente Smenkhare, probabilmente Nefertiti, probabilmente Kiya.

L’abbandono di Amarna avrebbe comportato spostare un certo numero di mummie reali a Tebe, senza la possibilità di reperire abbastanza tombe nella Valle dei Re.

È possibile immaginare che nella KV55, non finita, ci fosse posto per Tiye, Akhenaton e Smenkhare nei rispettivi sacrari, e che siano stati posizionati solo i mattoni magici di Akhenaton in quanto personaggio più illustre ivi sepolto? Che questa tumulazione sia avvenuta sotto il regno di Tutankhamon, che appone i suoi sigilli alla tomba? Che in qualche momento della XX Dinastia la tomba sia stata aperta, saccheggiata e la salma “maledetta” di Akhenaton distrutta? Che quindi i sacerdoti abbiano pensato di spostare Tiye da un luogo “impuro” lasciando Smenkhare con quanto rimaneva dell’arredo funerario originale ed il sacrario di Tiye che era troppo difficile da far passare all’esterno con la necessità di fare presto per ri-sigillare la tomba?

Oppure, al contrario, si è deciso di abbandonare Akhenaton alla solitudine eterna?

E Kiya dov’è? Chissà…

Riferimenti:

  • Fairman HW, Once Again the So-Called Coffin of Akhenaten The Journal of Egyptian Archaeology 47:25-40 (1961)
  • Aldred C, Akhenaten, Thames & Hudson Ltd Ed., 1968
  • Reeves CN, A Reappraisal of Tomb 55 in the Valley of the Kings. The Journal of Egyptian Archaeology 67:48-55 (1981)
  • Strouhal E, Biological Age Of Skeletonized Mummy From Tomb Kv 55 At Thebes Anthropologie 48:97-112 (2010)
  • Hawass Z et al. Ancestry and Pathology in King Tutankhamun’s Family. JAMA. 2010;303(7):638-647
  • Lorenzen E et al. King Tutankhamun’s Family and Demise. JAMA. 2010;303(24):2471
  • Habicht ME et al, Identifications of Ancient Egyptian Royal Mummies from the 18th Dynasty Reconsidered. Yearbook Of Physical Anthropology 159:S216–S231 (2016)